...aka "i tuoi pipponi mentali non li vuole sentire nessuno!"
Occhei, occhei,
D&D Next non è una bufala come credevo, ma è qualcosa di serio e concreto. Tante persone però che hanno avuto il piacere di far parte del gruppo internazionale per il playtest è scettico, in quanto le meccaniche di gioco ricordano un po' troppo quelle di
Pathfinder RPG (o GdR, dir si voglia). Altri invece, sempre leggendo tra le pagine delle varie community online e gli articoli dei blogger, sembrano molto eccitati per questa ultima quinta edizione che uscirà, a quanto pare, per quest'estate
[fonte]. Ma andiamo un attimo a ritroso nel tempo e vediamo cosa la Wizard of The Coast e prima di lei la TSR ci hanno proposto negl'anni.
Escludendo Pathfinder, che non è D&D ma ne è un derivato, abbiamo l'uscita di Dungeons & Dragons 4th Edition nel 2008. La suddetta edizione uscì proprio quando World of Warcraft era sulla cresta dell'onda, plasmando e gettando le regole fondamentali per tutti i nuovi giochi di ruolo online intorno al globo terracqueo. Infatti la quarta edizione, mentre la si scorre, si ha l'impressione di leggere le
FAQ del famoso giochino online, o almeno quello è il feeling generale che mi ha dato il manuale del giocatore (oltre al fatto che per poter giocare decentemente bisognava dare fondo al proprio portafoglio e comprare una quintalata di manuali, in quanto le nozioni complete erano suddivise strategicamente in diversi manuali - questo è pura strategia di marketing per massimizzare i profitti). La quarta edizione non è poi così malvagia dopotutto. Di pro ce ne sono credetemi, ma solo per il fatto di aver cambiato radicalmente le classi, cosa già fatta in precedenti edizioni per essere onesti, le fa perdere decisamente buoni punti. Quello che la uccide definitivamente è la strana sensazione di giocare ad una strada patch di WoW invece che a D&D. Voci di corridoio dicevano che la
WotC e
Blizzard avessero l'intenzione di diventare partner definitivi, creando un unico grande impero, ma queste voci non hanno fonti accertate ma si limitano a infondati "rumors".
Facciamo un ulteriore passo indietro. D&D 3.0, 3.5 e il loro famoso d20 System fecero capolino tra il 2000 e il 2003 dopo quasi dieci anni di silenzio. Questi erano i primi figli della
WotC e fecero il botto per delle ragioni molto solide. La 3.0 fu una ventata di aria fresca, a mio avviso. In primo luogo mettevano un po' di ordine alle regole generali base del gioco, le quali erano descritte decentemente nel manuale, secondariamente aveva ancora tutti i connotati per essere chiamato Dungeons & Dragons. Tutte le razze e le classi erano li, ritornate in forma smagliante dopo dieci anni di forza percentuale per il guerriero e la stramaledettissima, delirante THAC0. Tutto molto bello. Tutto patinato, lisciato e levigato o almeno sembrava, quando la 3.5 uscì dicendo: "si ci sono gli errata della 3.0 volendo, ma questa nuovissima versione è decisamente meglio". E chi c'era dall'altro lato? Centinaia e migliaia di nerdazzi come noi con il portafoglio nuovamente sventrato nell'arco di appena tre anni. La Wizard applicò magistralmente la regola del marketing, sospinta anche da un nuovo amore per la cultura fantasy determinata dall'uscita nelle sale cinematografiche del Signore degli Anelli e della saga di Harry Potter. C'erano venti di cambiamenti e il d20 System proponeva un sistema di gioco molto più lineare rispetto all'ormai obsoleto Advanced Dungeons & Dragons creato dalla TSR più di dieci anni prima. Onestamente pensavo che D&D 3.5 ed. fosse veramente ben fatta, anche se c'erano un po' di cose da rivedere, ma sinceramente ero veramente felice di giocare di ruolo con il mio piccolo ma appassionato gruppo di amici.
Giocare di ruolo con il GDR per antonomasia era diventato ad un tratto "di moda", per così dire (non è mai stato poi così di moda a dire il vero, ma quando il sottoscritto ha scoperto questo mondo era visto dai compagni e amici vari come un cazzo di alieno, credetemi). Quando passavo per il negozio specializzato della mia zona, dopo l'uscita di D&D 3.5, constatavo che il volume di materiale era notevolmente aumentato e così anche chi si avvicinava alla tipologia di intrattenimento era aumentata esponenzialmente a sua volta. Di tutto questo ero piacevolmente sorpreso e non vedevo l'ora di esprimere le mie riflessioni e guidare in qualche modo la nuova folta generazione di giocatori... ma allo stesso tempo avevo un brutto presentimento.
Siamo nell'era dell'informatizzazione, dello sfrenato intrattenimento video ludico, dello sdoganamento del fantasy, dell'horror e del fantascientifico alle masse. Oramai tutto quello che è chiamato "fiction" ci viene imboccato a forza con il fine del mero profitto, strafregandosene se il prodotto venduto è in effetti di buona qualità. Abbiamo assistito alla degradazione indiscriminata dei vampiri, orrendamente tramutati in esseri eterei sbrilluccicanti che pensano a baciare una ragazza piuttosto che a succhiarne il pregiato sangue di vergine. Gli stregoni/maghi sono diventati dei decantatori di formulette latineggianti insegnate a scuola... senza parlare dei Draghi, diventati stupidi animali da compagnia come gatti o cani. Tutto questo, compreso il resto, è stato poi gettato nel calderone, nell'oblio più totale, dentro ad un vortice cartaceo di centinaia di migliaia di pagine scritte da chi di idee originali non ne ha e mira solo ad un guadagno veloce. Tutto questo poi si è trasformato in schermate colme di effetti speciali, solo per sdoganare sempre di più il genere e fare in modo che diventasse un settore multimiliardario (di eccezioni fortunatamente ce ne sono, ma si contano sulle dita di una mano).
Tutto questo sta succedendo anche con Dungeons & Dragons? Io, onestamente, penso di si. Lo si può constatare dal quantitativo di materiale prodotto. Negl'anni novanta di miniature esistevano quelle di Warhammer o dei giochi da tavolo, come quelle di Hero Quest, e poco altro, ora ce ne sono di ogni tipo, forma e colore. Manuali di D&D 3.5 ne sono usciti fino al vomito, insieme ad un buon numero di varianti che si appoggiano al d20 System... senza contare il materiale prodotto che fa capo alla quarta edizione. Non contenti ora abbiamo D&D Next: la nuova generazione. Per la 3.5 ci son voluti dodici anni, per la 4a cinque. Ora una generazione ha dimezzato il suo tempo di vita. Mi domando se veramente D&D Next sia così necessaria, specialmente quando si parla di uno "Starter Set", di altri innumerevoli manuali, le nuove inevitabili miniature e un intero nuovo sistema. E' questo tipo di marketing estremo che ha "rovinato" il gioco di ruolo?...
Una nota positiva in tutto questo fortunatamente c'è. Possiamo scegliere. Possiamo scegliere di non cambiare gioco o addirittura crearne uno noi, utilizzando tutto quello che è stato prodotto fino ad ora. Possiamo fare questo gratuitamente, utilizzando il World Wide Web che ci garantisce accesso alle dinamiche e alle regole base. Possiamo evitare di spendere soldi sul nuovo Stater Set prodotto dalla Wizard in collaborazione con la Hasbro. Possiamo decidere di non seguire la massa e dare vita ad una nostra idea, a qualcosa che ci appartiene, condividerlo con i nostri amici e, perché no, anche con le numerose comunità della rete (non fraintendetemi, se volete comprare la nuova edizione non ho nulla al contrario, è una vostra libera scelta). Quindi io dico: non fatevi rovinare la vostra esperienza di gioco e fate vostro questo genere, creato appositamente per non avere nessun limite, nessun confine.